Autunno by Alessandro Vanoli;

Autunno by Alessandro Vanoli;

autore:Alessandro, Vanoli; [Vanoli, Alessandro ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Intersezioni
ISBN: 9788815363770
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2020-05-15T00:00:00+00:00


Nani e gnomi

È un fruscio talvolta, un’ombra veloce nel sottobosco mentre camminate, un suono gutturale tra il vento e il canto degli uccelli. Poco più che un’impressione, fissata in qualche parte della retina e poi lasciata alla vostra memoria più profonda, quella da bambini; quella che pensate a torto di aver ormai dimenticato. Talvolta invece è solo un imbarazzo, quando nei giardini pare che quegli ometti di terracotta quasi stiano fissando voi. E allora vi viene un poco da sorridere; e vi dite che son pure un po’ di cattivo gusto, con quelle barbe esagerate, i cappelli rossi a punta e gli stivali scuri e grossi. Ma a loro non importa: loro vi sorridono ovviamente: sorridono sempre...

Sì certo, ma proprio questo è il punto: loro chi? Se vi chiedessi a bruciapelo: gnomi o nani?… me lo sapreste dire? Non vi preoccupate, non è del tutto colpa vostra: è un pezzo che va avanti questa confusione. Ma siccome il loro legame con i funghi e la terra – e dunque con l’autunno – ci spinge ora a incontrarli, sarà bene iniziare la nostra storia distinguendo e cominciando ovviamente dall’inizio…

C’era una volta dunque. Anzi: c’erano una volta e si chiamavano solo nani. Che poi sarebbe meglio dire dvergar (al singolare dverg) che è quello il loro nome quando fanno la prima apparizione. Li troviamo infatti nelle sage norreniche, che furono messe per iscritto nell’Islanda del secolo XIV, ma che parlano spesso di cose ben più remote. È da lì infatti che comincia la loro storia: dal tempo dei miti dell’antica Scandinavia e dei vichinghi: dell’albero cosmico Yggdrasil, dei figli di Loki, del viaggio di Thor presso il gigante Hymir e delle storie degli Asi e dei Vani. Numerosi in quel mondo erano gli esseri sovrannaturali: le Norne, le Valchirie, gli elfi, i giganti e infine loro, i nani, i dvergar. Quel nome stava forse per «esseri demoniaci» o anche per i «rattrappiti». Secondo il mito, la loro stirpe risaliva alle origini del mondo, quando erano spuntati nel fango e nella terra come vermi nella carne. Ma per decisione degli dèi ebbero tuttavia aspetto e intelligenza umani. I nani dimorarono sottoterra e nelle rocce. Una connessione, quella con le pietre, che li avrebbe messi in relazione con il mondo dei morti. Come disse una volta Thor al nano Alviss: «Perché sei così pallido attorno alle narici? Sei stato questa notte tra i cadaveri?». E visto che abitavano (e abitano da sempre) i tumuli di rocce, non pochi hanno pensato che essi siano l’incarnazione stessa dello spirito dei morti; magari spiriti tutelari delle varie stirpi vichinghe, in grado di soccorrere e aiutare i loro componenti.

Eccoli dunque i nani, abitatori della terra. Inevitabile che diventassero anche i depositari dei segreti delle sue profondità: scavatori e guardiani di tesori immensi, fatti di metalli, pietre e gemme. Il mito racconta ad esempio di uno di loro, Andvari, il «vigilante» che viveva sotto forma di luccio in una cascata e possedeva molto oro. Un giorno il tesoro gli



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